AQUILEIA CRISTIANA
LA BASILICA DI AQUILEIA
“Permesso, possiamo entrare?”
“Prego, accomodatevi!”
“Siamo un po’ curiosi di conoscerti …”
“Eh cari ragazzi, la mia è una lunga storia, che inizia ufficialmente nel 313.
Avete un po’ di pazienza? Mi sembra di capire di sì. Dopo l’Editto di tolleranza, grazie
all'imperatore Costantino, i primi cristiani guidati dal vescovo Teodoro iniziarono la mia costruzione”.
“Sei sempre stata come sei adesso?”
“No, all’inizio ero costituita da due aule (nord e sud), ancor oggi visibili, costruite al di sopra di una domus romana e di un magazzino portuale”.
“Ma dov’erano queste aule e l’ingresso? E com’erano disposti gli spazi?”
“Il mio ingresso originario era ad est, ovvero sul lato lungo della navata sinistra. Avevo una forma ad “U” ed ero costituita da due aule rettangolari: una a sud e una a nord. Mi hanno “ricostruita”… Volete vedere quanto ero bella?
Ricostruzione Aula Nord
Ricostruzione Aula Sud
Queste due aule erano parallele e collegate tra loro da un vestibolo che comprendeva vari ambienti, tra cui il battistero. Di tutto ciò, oggi, potete vedere i mosaici pavimentali all’interno della basilica e la cripta degli scavi. Guardate questa piantina, così capirete meglio come mi presentavo:
Ingresso
Battistero
Spogliatoio
Aula est o aula trasversale
Aula nord
Aula sud
“Ah però, eri abbastanza complessa! Ma a che cosa servivano tutti questi ambienti?”
“Se la memoria non mi inganna, l’aula settentrionale era la chiesa vera e propria e quindi dedicata alla liturgia, mentre l'aula meridionale era il luogo in cui i battezzati ricevevano l'istruzione cristiana e si preparavano all'ingresso nella comunità … Ma posso anche ricordare male, con tutti gli anni che ho!”
“Questa però è solo la tua infanzia!”
“Infatti! Crescendo sono cambiata; voi dovete immaginarmi come un cantiere in continua evoluzione: prima il vescovo Fortunaziano ampliò l’aula nord, aggiungendo un quadriportico e dividendola in tre navate con 28 colonne, poi il vescovo Cromazio ampliò l’aula sud, visto l'aumento del numero di fedeli.
Pianta delle basiliche post-teodoriane (345-400)
Dopo aver raggiunto il mio massimo splendore, alla mia città accadde un fatto terribile: il saccheggio degli Unni capeggiati da Attila, che nel 452 incendiarono Aquileia.
Particolare del tappeto musivo danneggiato dall'incendio del 452
Non fatemi ricordare quei tragici momenti perché anch’io riportai molte ferite ... A partire da quel momento molti aquileiesi si rifugiarono a Grado per sfuggire alla violenza di Attila. Lo stesso accadde circa un secolo più tardi con l’arrivo dei Longobardi”.
“Anche a Grado furono costruiti edifici religiosi?”
“Sì, Grado diventò un centro importante: vennero edificate tre basiliche e un battistero.”
“Ma Aquileia riuscì mai a risollevarsi?”
“Ovviamente, grazie a due patriarchi. Il primo fu Massenzio che, con l’appoggio di Carlomagno, riutilizzò l’aula sud aggiungendo un breve transetto, un’abside centrale semicircolare, due absidi più piccole laterali, un porticato più stretto e una cripta.
Poi però, sia a causa del terremoto del 998, sia per le distruzioni provocate dagli Ungari, venni di nuovo danneggiata in modo grave; solo dopo il Mille, esattamente nel 1031, venni solennemente consacrata.
“Chi fu il Patriarca che intraprese la tua ricostruzione?!”
“Abbiate pazienza … fu Poppone, un prelato di origine germanica, che venne insediato dall’imperatore Enrico II. Era un uomo che aveva forti legami con l’Impero; egli fu promotore di alcune imponenti modifiche ispirate ai modelli dell’architettura ottoniana. Ecco perché assomiglio un po’ ad alcune cattedrali tedesche. Capite?”
“Sì, sì … Continua con il tuo racconto, siamo tutt’orecchi!”
“Il perimetro della basilica massenziana rimase tale e quale, però tutta la zona absidale venne innalzata. Furono sopraelevate le absidi e il transetto e ciò mi conferì un aspetto più slanciato e monumentale; la cripta venne ampliata e affrescata e le due imponenti file di colonne che dividono le navate furono abbellite con capitelli corinzi.
Capitelli corinzi
Insomma, il mio nuovo aspetto mi ricordava anche le mie radici, ovvero quelle paleocristiane.”
“Poco fa hai accennato alla tua consacrazione, avvenuta nel 1031. Ci potresti ricordare quel momento?”
“Avete ragione! Mi sono dimenticata di raccontarvi che Poppone, qualche anno dopo il suo arrivo ad Aquileia, nel 1024, assalì manu militari Grado, che, come voi sapete, era protetta dal ducato veneziano, e dunque era antagonista: egli riuscì a rubare le reliquie del vescovo Ermacora e del suo diacono Fortunato. Fu un furto che espresse la supremazia del patriarcato aquileiese nei confronti del patriarcato rivale gradese. L’arrivo delle reliquie ad Aquileia e la mia ricostruzione sancirono la supremazia e la potenza di Poppone. Nel 1031, a lavori ultimati, le reliquie dei due Santi vennero sistemate trionfalmente nella nuova cripta. Ma ... Che succede? Vi vedo perplessi!”
“No… Per nulla… I tuoi racconti ci hanno fatti tuffare in un passato che conosciamo poco e che ci ripromettiamo di studiare. Ci hanno fatto capire che l’arte non nasce dal caso ma che invece si lega persino al potere.”
“Avete ragione! Ogni manufatto, ogni pietra, ogni oggetto prezioso, insomma qualsiasi testimonianza che abbia un valore storico-artistico si lega quasi sempre a personaggi importanti, a fatti, a vicende private o pubbliche che, se studiate a fondo, ti forniscono le chiavi di lettura per dissolvere tanti dubbi. Soprattutto, però, ti permettono di capire che l’arte non è mai slegata dal contesto in cui nasce, ma che ne è invece l’espressione più autentica. Tutta l’arte, anche quella che appartiene alla vostra epoca!”
“Non ci avevamo pensato...”
“Nulla di grave! Termino la mia storia. Non vi ho ancora raccontato che Poppone fece inoltre costruire un imponente campanile alto più di 70 metri, realizzato in opera quadrata, con i massicci blocchi marmorei dell'antico anfiteatro, rovinando ahimè i mosaici dell’aula nord. La torre è alleggerita da cornici orizzontali. Sulla sommità si innalza un tamburo ottagonale che si completa con una copertura conica; pensate che il modello del mio campanile ispirò la costruzione di molti altri in Friuli e in Istria!”
Campanile (sec. XI-XIV)
“E dopo le modifiche che ci hai illustrato, sei cambiata ancora?”
“No, sono rimasta pressoché invariata, eccetto la sostituzione delle arcate a tutto sesto con le arcate ogivali e il soffitto, che ora è a carena di nave, il quale venne costruito nel ‘500 da maestranze veneziane. Pensate che ancora oggi mi stanno studiando e alcuni esperti non sono neppure d’accordo tra di loro. Diranno che il mio racconto non è molto preciso, ma una cosa è certa: ho sulla pelle mille anni di storia che non sono passati invano: sono un compendio di tanti stili, dal pavimento al soffitto. Non per vantarmi, ma possiedo anche tanti altri tesori ... Guardatevi un po’ intorno!”
Revisione della zona presbiteriale quattrocentesca