CRIPTA MASSENZIANA
In fondo alla basilica, sotto all’altare, si nota una piccola porta: questo è l’ingresso alla cripta, luogo dove si conservano le reliquie dei martiri aquileiesi, e in cui oggi si può ammirare un ciclo di affreschi medioevali tra i più importanti dall’area veneta e friulana.
Esso ricopre l’intera superficie muraria ad esclusione della parete occidentale.
Purtroppo alcune parti non sono in buono stato di conservazione, ma le volte, i pennacchi, gli archi, le lunette e le pareti ancora visibili, hanno portato gli studiosi a ritenere che gli anonimi pittori, attivi nel XII secolo, abbiano raggiunto esiti altissimi. Forse provenivano da Venezia, dal grande cantiere della Basilica, e dunque legati al mondo bizantino.
I temi trattati sono molti: nelle volte sono rappresentate scene della vita di S. Marco (apostolo di Aquileia),
di S. Ermacora (primo vescovo della città) e Fortunato, suo diacono.
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Sulla volta della navatella mediana sono raffigurati due riquadri con la rappresentazione di Cristo in trono tra i due Arcangeli e la Madonna con il Bambino, circondata dai simboli degli evangelisti.
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Le quattro lunette narrano alcuni episodi della vita di Cristo: la Crocifissione, la Deposizione e la Sepoltura a cui si unisce la Dormizione della Vergine (Dormizio Virginis). Forse originariamente le lunette affrescate erano otto. La scena più toccante è quella della Deposizione di Cristo, infatti il pittore che l’ha eseguita è stato denominato dagli studiosi “maestro della passione”. L’affresco si contraddistingue per la forza espressiva e la qualità nell’uso del colore. Accanto alla Madre che regge il Figlio morto sono presenti le donne che assistono addolorate al tragico evento.
I pennacchi invece contengono le figure di 32 Santi.
Lo zoccolo monocromo della cripta è dipinto con un finto velario che contiene scene di contenuto cavalleresco e allegorico. La scena più interessante è quella del cavaliere armato di lancia che insegue un arciere a cavallo.