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VENZONE

IL DUOMO DI VENZONE

UN ESEMPIO DI ARCHITETTURA GOTICA

E SE NON CI FOSSE STATA LA RICOSTRUZIONE?

STORIA

La chiesa di Sant'Andrea fu ricostruita nei primi anni del Trecento da Giovanni detto Griglio da Gemona, artefice anche del Duomo di Gemona del Friuli, e venne consacrata il 2 agosto 1338 dal patriarca Bertrando di Saint Geniès.

Da reperti rinvenuti presso la facciata principale, si è dedotto che già nel VI secolo era presente una piccola chiesa dedicata a San Mauro, fatta ampliare dal feudatario Glizoio di Mels nel 1251 e sui cui resti nacque l’odierna costruzione.

Il Duomo fu completamente distrutto dal sisma del 1976 e fu ricostruito per anastilosi tra il 1988 e il 1995: le pietre sono state recuperare e censite, è stato fatto il riconoscimento della posizione in cui si trovavano prima dei crolli e ricomposte a terra prima di essere ricollocate nella loro posizione originaria. Le parti perdute sono state integrate.


La foto riprende le novemila pietre del Duomo catalogate nel deposito di Rivoli Bianchi.


Questo intervento di restauro è stato lungo e complesso, ha richiesto molti studi e ha coinvolto diversi enti, anche stranieri.

Il visitatore viene aiutato a comprendere l’imponente opera di ricostruzione grazie ad una guaina di piombo presente lungo tutto il perimetro, visibile sia all’esterno che all’interno del Duomo, la quale divide le parti strutturali ricostruite da quelle che hanno resistito alle forti scosse del terremoto.



ESTERNO

La facciata principale è molto semplice, animata solo dall’avancorpo del portale e da una finestrella circolare. Osservando con attenzione, si nota la linea di spiovenza del tetto della precedente chiesa duecentesca.



All’esterno del Duomo la parte più gotica è quella delle absidi poligonali, che sono state rinforzate negli spigoli da contrafforti sulla cui sommità si trovavano cuspidi piramidali e statue di Adamo ed Eva, dell’angelo annunciante e della Madonna che, dopo il terremoto, non sono state ricollocate al loro posto e che ora sono visibili all’interno.

Queste caratteristiche architettoniche tipicamente gotiche, evidenziate e rimarcate dalla presenza delle torri, fanno pensare alla collaborazione di maestranze d’oltralpe o al riferimento alle coeve costruzioni dell’area carinziana. La presenza di due campanili non ha altri esempi in tutta la regione.


Vi sono ben tre portali: quello della facciata principale e due posti all’estremità del transetto.

Il portale della facciata principale del Duomo con la lunetta rappresentante la Crocifissione è probabilmente stato realizzato da Maestro Scaco che si firma sulla facciata del Duomo. La lunetta oggi visibile all’esterno è una copia; l'originale è situata all'interno dell’edificio: fa parte di quel patrimonio di statue e lunette che è andato rovinato nell'incendio doloso del 1983 del capannone dov'erano state riposte.


Le statue si sono cotte a causa dell'incendio, poi hanno subito lo shock termico dell'acqua gettata dai vigili del fuoco e, per questa ragione, non sono più esponibili all'esterno. La lunetta, che originalmente era policroma, è considerata uno dei capolavori scultorei del Trecento friulano. Al centro della lunetta c’è Cristo in croce, a sinistra dei suoi piedi la Maddalena inginocchiata e accanto è presente Maria sorretta dalle donne; sulla destra il discepolo Giovanni, i dolenti e i soldati centurioni.


Particolare del Cristo in croce della lunetta originale


Alle due estremità sono collocati a destra S. Andrea e a sinistra S. Giacomo Maggiore con il bastone, nelle vesti di pellegrino. Gli angeli reggono tre coppe per raccogliere il sangue che sgorga dal costato di Cristo.


Il portale settentrionale, risalente al 1308, è stato realizzato da Maestro Giovanni (è presente infatti l’iscrizione "Magister Iohannes"); ad esso è addossata l'alta torre campanaria. Nella lunetta del portale, inserito in un avancorpo timpanato, è raffigurato Cristo benedicente, seduto in trono dentro una mandorla sorretta dai simboli degli evangelisti. Ai lati troviamo le rappresentazioni di S. Pietro e di S. Andrea che tengono in mano dei cartigli.


È interessante osservare che ai loro piedi si trovano due figure rappresentate orizzontalmente, come se fossero schiacciate: si tratta dei due nemici della fede cristiana, Nerone e il proconsole Elia, persecutori di S. Pietro e S. Andrea.

Le sculture e le decorazioni realizzate da Maestro Giovanni sono legate al mondo romanico. Le figure sono rappresentate frontalmente e appaiono essenziali sia nelle forme che nelle espressioni dei volti.


Alla bottega di Maestro Giovanni viene attribuito il rilievo della lunetta del portale meridionale con l'Incoronazione della Vergine (soggetto raffigurato anche nel portale del Duomo di Udine), inserita anch’essa in un avancorpo caratterizzato, come gli altri due portali, dalla presenza di una leggera strombatura e abbellito da motivi decorativi a tralci di vite. Cristo è raffigurato nel gesto regale di incoronare la Vergine che a sua volta, con il capo leggermente reclinato, solleva le mani in segno di riconoscimento. I troni della Vergine e di Cristo sono sorretti da angeli in volo.



Dopo il terremoto, sistemando le pietre del Duomo, sono stati individuati lungo i muri esterni circa 200 “loghetti”: piccoli disegni incisi sulla pietra, che identificavano gli scultori. Si possono osservare incisioni diverse in base al soggetto rappresentato, come ad esempio una macina, un compasso o una ruota e in base alla forma degli scalpelli.


Tre esempi di loghetti

L'esterno del Duomo, cadenzato anche da imponenti monofore e bifore, era decorato con altre statue e rilievi. Oggi si possono ammirare le sei patere veneto-bizantine che sono incastonate nella parete settentrionale e che rappresentano la lotta fra il Bene e il Male.



INTERNO




L'interno presenta una pianta a croce latina con navata unica con copertura a capriate (secondo i modelli introdotti nella seconda metà del Duecento dall’ordine francescano) e con un ampio e luminoso transetto, sul quale si prospettano gli archi trionfali delle tre absidi coperte da volte a crociera e illuminate da alte finestre, affiancate da due poderose torri, una delle quali cuspidata.




L'abside centrale è aperta da cinque slanciate monofore. I costoloni della volta ricadono su telamoni e cariatidi in sostituzione dei capitelli. Analoga struttura hanno le absidi laterali. Nell'abside di destra è conservata una Vesperbild in pietra arenaria del primo Quattrocento, una delle molte presenti in regione.


All'interno del Duomo si conservano importanti affreschi del XIV secolo che dimostrano la diffusione dello stile di Vitale da Bologna anche a Venzone. Nell’abside di sinistra troviamo la Consacrazione del Duomo; nella parete di fronte sono raffigurati S. Andrea, la Trinità, S. Giorgio, la Madonna con il Bambino e S. Martino.


La Consacrazione del Duomo

In alto a sinistra S. Andrea e la Trinità; a destra S. Giorgio, la principessa e la Madonna con il Bambino; sotto S. Martino

Sono presenti anche le statue di S. Lorenzo, S. Mauro e S. Floriano.


Prima del terremoto, sulla sommità della facciata settentrionale del transetto, si trovava la sacra rappresentazione di Cristo in croce tra la Madonna e S. Giovanni: questo gruppo scultoreo oggi è collocato sul lato destro del transetto. Le scosse del sisma fecero crollare la grande croce che rimase appesa ad una trave di legno all’interno della chiesa per quattro mesi, mentre S. Giovanni e la Madonna precipitarono a terra, sebbene in tempi diversi.






Ricostruzione della Sacra rappresentazione

Tra i tanti frammenti di affreschi spicca la figura di un piccolo Orante inginocchiato con mani giunte in atto di preghiera; il volto sereno è caratterizzato da grandi occhi contemplativi rivolti verso l’alto. Indossa una lunga tunica dipinta con semplici linee e le mani accentuano l’assenza di proporzioni tra le parti del corpo. Il dipinto è datato alla metà del XIII secolo quindi potrebbe appartenere alla chiesa duecentesca; si trovava sulla strombatura di una monofora ed è sopravvissuto al sisma del 1976.



Sopra l’altare del presbiterio centrale è collocato un grande Crocifisso ligneo di scuola friulana della prima metà del XV secolo.



Nell’ala sinistra del transetto, sopra il portale a destra, si trova il Compianto sul Cristo morto in legno dipinto e dorato, composto da otto statue. Prima del terremoto era custodito, accanto alle mummie, nella cappella di S. Michele situata di fronte al Duomo, un tempo adibita a battistero. È un’opera lignea che risale alla prima metà del ‘500 che è stata gravemente danneggiata dal terremoto, ma il restauro ha rimesso in luce la forte carica espressiva, nonostante alcune figure che lo compongono siano mutili e non abbiano conservato la cromia originale. Raffigura Cristo appena deposto dalla croce sorretto dagli astanti che esprimono il loro dolore. È una raffigurazione molto toccante e fu realizzata probabilmente da un artista di area tedesca. Le figure, dipinte a tempera, realizzate a mezzotondo perché erano addossate ad un fondale, sono realizzate in tiglio, un legno molto usato in Germania meridionale e nell’Italia settentrionale per la realizzazione di altari.


Agli inizi del XVI secolo risalgono il fonte battesimale, le due acquasantiere, decorate a basso rilievo, e la lastra tombale della famiglia Antonini, opere di Bernardino da Bissone.



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