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VITALE DA BOLOGNA

Vitale da Bologna (Bologna, 1310 circa - Bologna, 1360), il cui vero nome era Vitale degli Equi, fu il più importante pittore bolognese del Trecento.

L’artista conobbe la lezione di Giotto, artista con cui tutti i pittori della sua generazione si confrontarono e le opere della scuola di Rimini, tra le prime ad accogliere le nuove istanze giottesche. Fu inoltre influenzato anche dalla pittura gotica bolognese e francese e anche dalle miniature. Non bisogna dimenticare che Bologna era sede della più antica università e circolavano molti codici minati.

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Gli venne commissionato dal Patriarca Bertrando di Sant Geniès nel 1348 di affrescare le Storie dell’Antico e del Nuovo Testamento, di cui rimangono poche tracce oggi visibili nel Battistero del Duomo.

Sulle pareti di destra e di sinistra della cappella maggiore del Duomo dipinse, infatti, Storie della Genesi e della Vita di Cristo, mentre sulla parete di fondo l’Annunciazione, la Crocifissione e l’Incoronazione della Vergine.

L’intero ciclo è stato riprodotto pressoché identico da un suo aiutante nell’abside principale del Duomo di Spilimbergo. Pur essendo una copia del lavoro realizzato a Udine dal maestro, rappresenta una preziosa testimonianza che ci permette di conoscere meglio l’opera quasi completamente perduta di Vitale.

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Per la Confraternita dei Fabbri, affrescò, sempre nel Duomo udinese, la Cappella di San Nicolò, protettore della stessa confraternita. In alto, sulla parete destra, si possono ammirare le esequie del Santo; al di sotto, inserite in riquadri, episodi miracolosi della vita del Santo. Poco rimane delle altre pareti distrutte dalle ricostruzioni settecentesche; sulla parete di fondo si scorge un Pantocratore benedicente.

Questi affreschi hanno portato nella nostra regione una ventata di grande novità. Lo stile di Vitale da Bologna così ricco di innovazioni, come il movimento dei corpi, l’espressività dei volti, l’animazione delle scene, piacque molto e si diffuse rapidamente nella terra friulana, che fino a quel momento aveva vissuto in una posizione un po’ marginale.

 

L'espressionismo, la drammaticità e la tensione dinamica sono caratteristiche che si evincono soprattutto nel dipinto considerato il suo capolavoro, "San Giorgio e il drago"; fu realizzato nel 1335, pochi anni prima che l'artista giungesse a Udine, e che ora si trova a Bologna nella Pinacoteca Nazionale.

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