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LA TOMBA DI GISULFO

​ La tomba del duca Gisulfo, primo duca del Friuli, è una sepoltura rinvenuta casualmente nel 1874 presso la piazza Paolo Diacono a Cividale. Il sarcofago, interamente in laterizio, è lungo 228 cm e largo 100 cm ed è caratterizzato da una forma a doppio spiovente e da quattro acroteri. Si può inoltre notare come sia di origine romana per il materiale utilizzato e la sua forma: fu quindi riutilizzato in epoca longobarda. Riguardo l’identità del defunto troviamo una piccola iscrizione riportante il nome “Cisul”, ovvero Gisulfo.

La tomba fu ritrovata in corrispondenza di alcuni resti di un palazzo civile risalente al periodo Tardoantico e insieme ad altre quattro sepolture.

La vera importanza di tale scoperta è però costituita dal corredo funebre celato all’interno: senza dubbio uno dei più ricchi mai osservati a Cividale, dimostrazione dell’importanza di Gisulfo e del suo ducato.

Tra i vari oggetti, oltre alla sua lancia e lo scudo, la cintura, un coltello, una bottiglia in vetro e una coppia di speroni in argento e oro, i più significativi sono: una croce in oro, alcuni resti di fili aurei e la guarnizione di un reliquiario.

La croce venne realizzata in oro a sbalzo con pietre dure dal colore blu e azzurro come acquamarina, lapislazzuli e granato. Tra le varie gemme con forme geometriche sono poste le raffigurazioni di alcuni volti, probabilmente di Cristo Emanuele.

I resti di fili aurei, invece, costituivano le decorazioni di una tunica di Gisulfo oggi andata perduta. Questo però mostra la ricchezza del duca, che indossava abiti ricamati con un materiale così pregiato e costoso.

La guarnizione di un reliquiario, infine, realizzata attraverso la tecnica dello smalto champlevé, grande appena 2,5x2,1 cm. Si può osservare un’anatra, i cui colori sono resi dagli smalti policromi, e proprio dal soggetto è possibile notare come tale opera sia di provenienza bizantina, probabilmente ricevuto da Gisulfo in regalo da un nobile di Bisanzio. La sua importanza è dovuta quindi alla provenienza di questo oggetto; i reperti di oreficeria bizantina sono infatti molto rari e questo è uno dei pochissimi esempi.

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