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AQUILEIA ROMANA

INTRODUZIONE STORICA


La fondazione di Aquileia avvenne nel 181 a.C. da parte dei tre triumviri Lucio Manlio Acidino, Publio Scipione Nasica e Gaio Flaminio. Questa città fu di grande importanza per ostacolare l’avanzata dei Celti, che minacciavano i confini orientali della penisola italiana. Successivamente la nuova colonia fu un’importantissima base militare per le campagne di vari consoli, diventando poi un importante punto strategico, commerciale ed economico, anche grazie al suo porto fluviale.



Rilievo del Sulcus Primigenius



Per testimoniare la fondazione di una città, i Romani erano soliti celebrare un rito, chiamato: Il “Sulcus Primigenius” (solco primigenio), in ricordo del rituale svolto da Romolo e Remo per la nascita di Roma.

Esso consisteva nel tracciare un solco con un aratro trainato da due possenti buoi adorni di ricchi finimenti e condotto dal fondatore della città. Questo definiva il “pomerium”, ovvero il perimetro sacro e invalicabile della città. Con il rito del “Sulcus Primigenius” l’urbs veniva inaugurata e protetta da mura sanctae.


Conosciamo l'Aquileia romana attraverso la storia raccontata dalle epigrafi dei suoi abitanti...

EPIGRAFI


EPIGRAFE DEL FABBRO




Il Fabbro:

"Mi presento: sono un fabbro, nato e vissuto ad Aquileia, la "Porta del Mediterraneo", o almeno così la chiamavano in molti, e non avevano tutti i torti! Infatti, Aquileia ha ricoperto un ruolo fondamentale nel mondo romano; qui si commerciavano merci e prodotti e si incontravano persone di lingue e paesi diversi.

Io non ero altro che un umile fabbro, ma modestamente non me la cavavo male e nella mia piccola bottega forgiavo di tutto, in particolare attrezzi e meravigliose serrature, che mi portarono ad una discreta fama.

Abitavo lungo il decumano massimo, in un piccolo edificio che fungeva sia da bottega che da abitazione. Così vissi per parecchio tempo fino alla vecchiaia.

In una triste giornata di maggio morii e lasciai in eredità la mia piccola attività a mio figlio Antonio. Quello che però mi consola è che anche adesso, dopo centinaia di anni, la mia epigrafe sia ancora esposta e ben visibile all'interno del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia. Purtroppo il mio nome non è più visibile, ma nonostante questo sono fiero di ciò che ho fatto nella mia vita."


EPIGRAFE DEL GROMATICO




Il gromatico:

"Quest'epigrafe è stata realizzata in seguito alla mia morte, nel II secolo d.C. su richiesta dei miei cari. Ero un agrimensore, un gromatico: dividevo, misuravo e rappresentavo i terreni su carta, a grande scala.

Sul rilievo a me dedicato, ci sono bassorilievi e iscrizioni, ma alcuni di essi non sono più visibili, come il mio nome; proprio per questo vengo identificato solo attraverso il mio mestiere. Sulla lastra, infatti, sono rappresentati i miei amati strumenti: il compasso, il righello graduato e una delle tante ruote che ho costruito con cura e attenzione.

L'unica informazione ancora visibile è l'iscrizione delle misure del luogo in cui mia hanno seppellito: 16 piedi x 32 piedi."



ISCRIZIONE ONORARIA A LUCIO MANLIO ACIDINO


L’iscrizione menziona uno dei fondatori della città di Aquileia, Lucio Manlio Acidino, onorato nella piazza del foro. Si tratta di una delle più antiche attestazioni del nome di Aquileia.



Lucio Manlio Acidino:

"Buongiorno a tutti! Mi presento: sono Lucio Manlio Acidino e questa che vedete è un'iscrizione posta sotto una statua in mio onore, la quale purtroppo è andata perduta.

Ora però vi racconto la mia storia. Con i miei compagni Publio Cornelio Scipione Nasica e Gaio Flaminio fondai la meravigliosa colonia di Aquileia. Il suo nome venne scelto direttamente dagli dei, in particolare da Giove, il quale liberò un'aquila sopra la colonia in fondazione, come per comunicarci il suo favore.

Gli archeologi dei vostri tempi effettuarono delle ricerche, affermando che il nome deriverebbe da un antico toponimo di origine veneta. Il Senato di Roma ci attribuì il compito di costruire numerose vie di comunicazione terrestri, marittime e fluviali, che fecero della nostra Aquileia un emporio di portata mediterranea, nodo fondamentale di scambi tra l'area adriatica e le regioni alpine e balcaniche. La sua funzione strategica diventò sempre più importante nel tempo, fino a diventare uno dei maggiori punti di collegamento con l'Oriente. Nel 452 d.C. Aquileia conobbe i momenti più drammatici della sua storia: gli Unni, guidati da Attila, dopo lunghi assedi e numerose lotte, la conquistarono.

Nonostante ciò, Aquileia ancora oggi, possiede quel suo fascino che l'ha resa così importante.

Spero che la mia storia vi sia piaciuta. A presto."

EPIGRAFE DELL' "OSSA MERCATORIS"

Urna cineraria di un mercante


Mercante:

"Sono stato uno dei più famosi e ricchi mercanti dell'epoca romana ad Aquileia e ho navigato per tutto il mare nostrum; ho commerciato con ogni porto del nostro vasto impero e con tutti i popoli dei territori oltre esso; sono stato il più grande, chiamato di fronte alle corti dei re, e dopo una vita così gloriosa vengo ricompensato con una tomba che non può essere definita tale. Ho sempre spronato i miei parenti ad essere migliori, non dando loro neanche un denaro e loro hanno mostrato la loro gratitudine commissionando una tomba neanche lontanamente degna del mio nome. Si sono limitati a bruciare le mie spoglie e raccoglierle dentro un misero contenitore di pietra; inoltre non si sono neanche degnati di incidere il mio nome, affinché esso non possa essere ricordato nel corso degli anni. La gente famosa del mio tempo è stata ricordata dai loro parenti con tombe ricche di incisioni che ricordano le loro gesta. Spero che Plutone punisca tutti quelli che una volta consideravo miei parenti e che infligga loro la punizione più tremenda: vedere l'oro e non poterlo toccare."

EPIGRAFE DEL MERCANTE DI PERLE



"Sono la lastra funeraria di Lucio Valeria Primo, il margaritarius (il mercante di perle) di Aquileia. Sono nata nel I secolo d.C. quando vennero incise sulla mia superficie queste parole:


L(ucius) Valerius

Primus

negotiator

margaritar(ius)

ab Roma


In quel momento conobbi la storia del mercante e oggi cercherò di raccontarvela nonostante la mia memoria non sia più come quella di un tempo.

Un giorno egli arrivò ad Aquileia e aprì il suo negozio di perle, provenienti da luoghi lontani come l’Arabia e l’India. Questo luogo era noto come “Alla città di Roma”, forse in ricordo della sua città natale. Alcune tra le più importanti abitanti della città acquistavano le perle per i loro monili di lusso o per decorare i propri vestiti, per essere le matrone più eleganti agli eventi mondani. Sono onorata di ricordate il nome di un così celebre mercante che durante la sua vita ha avuto grande successo in questa importante colonia romana."


EPIGRAFE DELLA MIMA BASSILLA



"Ciao, io sono Bassilla, una famosa mima e attrice del lll secolo d.C. Sono nata in Grecia dove ho vissuto per alcuni anni con la mia dolce famiglia. La mia infanzia è passata velocemente tra studi e recitazioni teatrali. Seguendo il mio sogno di diventare una famosa attrice alla maggiore età decisi di trasferirmi ad Aquileia. I miei genitori non sostenevano questa mia passione quindi provarono ad ostacolarmi cercando un cittadino greco nobile che mi prendesse in sposa; pretendendo la mia libertà decisi di fuggire in Italia dove iniziai la mia carriera. Subito dopo essere sbarcata sulle meravigliose coste dell’Italia meridionale, decisi di recarmi al maestoso teatro di Siracusa. Qui ottenni il lavoro dei miei sogni e conobbi quelli che sarebbero stati i miei futuri amici e compagni durante le molteplici tournèe. La più bella fu quella nella piccola isola di Cipro dove conobbi persone solari e accoglienti. All’età di quarantacinque anni mentre stavo studiando il mio copione per lo spettacolo che si sarebbe svolto nella città di Aquileia mi colse un malore; immediatamente chiamai i miei amici che mi soccorsero invano. Solo i miei colleghi si preoccuparono di celebrare un funerale degno di un’attrice e di costruirmi una stele dove esprimevano tutto il loro affetto nei miei confronti. Grazie a loro ho conosciuto il sostegno e l’amore che la mia famiglia mi ha negato, per me non sono solo dei semplici colleghi ma dei veri e propri amici e compagni di vita."




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